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 Matthias SINDELAR 1930-1934 
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Joined: Fri Mar 15, 2013 11:05 am
Posts: 703
Location: Vancouver, BC
Name: Matthias Sindelar

Nicknames: "Motzl", "Der Papierene", "Sindi"


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Country: :AUT: Austria
Club: FK Austria Wien
Position: *CF, SS
Side: RF/BS
Age: 27-31 years (10/02/1903)

Height: 179 cm
Weight: 63 kg

Attack: 96
Defence: 31
Balance: 73
Stamina: 77
Top Speed: 85
Acceleration: 88
Response: 81
Agility: 90
Dribble Accuracy: 98
Dribble Speed: 86
Short Pass Accuracy: 92
Short Pass Speed: 78
Long Pass Accuracy: 85
Long Pass Speed: 76
Shot Accuracy: 89
Shot Power: 85
Shot Technique: 92
Free Kick Accuracy: 75
Curling: 79
Header: 76
Jump: 81
Technique: 97
Aggression: 85
Mentality: 82
Goalkeeper Skills: 50
Team Work: 79

Injury Tolerance: B
Condition: 5
Weak Foot Accuracy: 7
Weak Foot Frequency: 7
Consistency: 5
Growth type: Standard/Lasting

CARDS:
S02 - Passer
S03 - 1-on-1 Finish
S05 - 1-touch Play
S17 - Flip Flap Skills
S18 - Turning Skills
S22 - Side Stepping Skills
P03 - Trickster
P05 - Mazing Run

SPECIAL ABILITIES: Dribbling - Tactical Dribble - Playmaking - Passing - 1-on-1 Scoring - 1 Touch Pass

Attack/Defence Awareness Card: Attack Minded



Quote:
The first withdrawn centre forward in Europen football and one of the best players in history of the football game. Although acting like second striker, he was actually centre forward. He had learned to unmark masterfully. Distributed great short passes, dictated themes of attack, master of the feints. It was a hint, a touch, the touch of an artist. He pretended to go to the right and then converged on the left with lightness, elegance of a dance step of Strauss, while his opponent, deceived, ended on the ground in his vain attempt to stop him. Sindi was one of the best dribblers ever, had good shot and speed, could even score from set pieces and from distance, pretty agile. He is unsurpassed in controlling the ball, quick, intelligent and cunning, famous for his brilliant passing and master goals, particularly enjoyed the duels with physically strong opponents, in which his mastery of a football came to the fore. He had an absolute freedom in his play, often creating space for teammates. He played for fun, often dribbling all oppoents and than stopping, but never had any efforts in defensive duties. He was weak physically and avoided even the smallest physical contact, especially after the heavy meniscus injury. He was good scorer as well, 164 goals in 265 games for Austria, meanwhile he netted 27 goals in 43 games for NT. But he could score much more, just he'd stop playing practically and simply was interested solely on dribbling everybody on his way again and again.

_________________
Stop the PSD copycats...


Thu Mar 14, 2013 2:36 pm
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Joined: Sun Nov 25, 2012 1:31 pm
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What do you think about his aerial abilities? I've saw some photos where he beat much taller defenders and where he showed fantastic leap..

Spoiler: show
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Sat Apr 20, 2013 8:23 pm
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Joined: Thu Nov 22, 2012 9:57 pm
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It can be raised surely. Actually he played as CF both in club and NT..


Sat Apr 20, 2013 8:36 pm
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Joined: Sun Nov 25, 2012 1:31 pm
Posts: 404
Yes, changed register position and raised both HEA and JUM..


Sat Apr 20, 2013 8:45 pm
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Joined: Thu Nov 22, 2012 9:57 pm
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Location: Modena, Italy
In 1932 he was 178 cm and 73 kg, that's official now from the newest book. It says also 28 goals in 44 caps with NT, and for his club in total 600 goals in 700 games...



Quote:
One of the goals was astonishing: Austria took a right-sided corner kick and Sindelar headed the ball over one defender, than another, than headed it past the goalkeeper and into the net - this from a player not known for his ability in the air. And in an 8-2 dismantling of archrival Hungary, the Paper Man romped to a hattrick and assisted to Austria's five other goals.


Thu Dec 26, 2013 8:06 pm
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Joined: Sat Jun 22, 2013 3:37 pm
Posts: 120
You have a book dedicated to this player? What is the title? Perhaps I will buy it aswell if it is worth it?


Fri Dec 27, 2013 3:12 pm
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Joined: Thu Nov 22, 2012 9:57 pm
Posts: 553
Location: Modena, Italy
No, it's not dedicated to Sindelar, just one of many books about the history of football game..


Fri Dec 27, 2013 3:15 pm
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Joined: Sun Mar 10, 2013 5:29 pm
Posts: 591
Quote:
di VITTORIO POZZO

«Sindi», oppure «der Papierene» — traduzione libera italiana: «carta velina» — lo chiamavano a Vienna. Aveva, sì, struttura atletica, nel senso che era alto, slanciato e che i suoi lineamenti esprimevano energia e decisione. Ma era magro, secco, asciutto in modo impressionante. Di muscoli non ne aveva, di consistenza non ne mostrava. Di profilo pareva, piatto, sottile, trasparente, come se — scusate la frase alpina un po' irriverente che viene in mente — la madre ci si fosse, per errore, seduta su appena nato.

Artista della finta

A vederlo giuocare, si trasformava. Era il padrone della palla, l'artista della finta. Quando esordì nella «nazionale» austriaca non trovò buona stampa: troppo leggero per il combattimento, troppo etereo per l'infuocata atmosfera degli incontri dove l'Austria era la squadra da battere, allora. Durò poco la diffidenza: nello spazio di pochi mesi si trasformò in entusiasmo. «Sindi» aveva capito quello che si voleva da lui. Alla mancanza di fisico sopperì subito coll'intelligenza. Aveva appreso a smarcarsi in modo magistrale. Lasciato libero, distribuiva, smistava, dettava temi di attacco, diventava la vera intelligenza della prima linea. Toccato duramente piativa, assumeva quell'atteggiamento da vittima a cui il viso color cartapecora ed il fisico di tipo fragile cosi ben si prestavano. E, pur vivendo in una città che i suoi campioni li idolatrava, fu amato come pochi. Uridil, il famoso «tank» del Rapid, ebbe l'onore di una delle più popolari canzoni di Vienna; Siegl ricevette il nomignolo di «Burgermeister» = Podestà, ma Sindelar divenne un idolo.

Credeva nel “rigore„

Aveva nel suo giuoco davvero di che entusiasmare. Il suo repertorio era il più schiettamente viennese che si possa immaginare. Maestro della finta, si è detto. La sua non era una finta scomposta, plateale, marcata. Era un accenno, una sfumatura, il tocco di un artista. Fingeva di andare a destra e poi convergeva a sinistra colla facilità, la leggerezza, l'eleganza di un passo di danza alla Strauss, mentre l'avversario, ingannato e nemmeno sfiorato, finiva a terra nel suo vano tentativo di carica. Allora, quando questo suo giuoco gli riusciva, «Sindi» si ispirava; come il vero artista. Non v'era più modo di tenerlo a freno. Sgusciava via, prendeva finezze di tocco impensate, ridicolizzava l'avversario, finiva per fare, lui cosi evanescente, la figura di un gigante. Chi non lo ha visto a Vienna, al tempo in cui noi prendevamo lezioni, o nella primavera del 1931 contro la Scozia, od a Londra, a Stamford Bridge, sul finire dell'incontro coll'Inghilterra, non ha visto niente. Toccarlo, toccarlo duro, ecco, erano guai. Ne sa qualche cosa il nostro Monti, della Juventus. Non si volevano un ben dell'anima, i due. Una di quelle antipatie naturali, istintive, irresistibili. Al viennese non piaceva il tono maschio, positivo, deciso di Luisito. L'italiano non gradiva quella danza da ballerina che gli si faceva davanti, come una beffa, non gradiva sopratutto l'atteggiamento da defunto che l'avversario, previa invocazione agli Dei per un «rigore», assumeva quando caricato. Sindelar non era come il corinthiano ed evangelico S.S. Harris, Sindelar credeva nel «rigore» e lo cercava. Lo cercava anche negli sgradevoli contatti con Monti. Sindelar a terra che fa il morente colla mano tesa in un ultimo gesto implorante all'arbitro vendicatore, e Monti che con uno sguardo che definisce di farsa la intera scena, torna indietro, pacifico, ecco l'episodio ricorrente degli incontri Italia-Austria di lunghi anni. Tre quarti della impopolarità di cui fu vittima Monti sui campi oltre confine, fu dovuta alla campagna inscenatagli perchè aveva osato e continuava a osare toccare tecnicamente ed abbattere materialmente un idolo.

Idolo delle folle

Come molti degli uomini che hanno onorato il nome della defunta Austria in campo calcistico — a volersi soffermare a questo solo — Sindelar era di origine boema. Un giorno, non molti anni fa, uno dei dirigenti austriaci più in vista, il dirigente responsabile per eccellenza, a conclusione della presentazione a un'alta autorità straniera della «squadra dei miracoli» — Zischek, Szesta, Adamek, Kaburek, Sindelar, Bican — tutti nomi lontanissimi dalle radici o dalle caratteristiche teutoni, si volse ad un amico, ed aggiunse sotto voce: «lauter Tschechen»: ceki tutti quanti. Era di origine ceka anche lui, il defunto commissario tecnico austriaco. Non è morto da eroe questo idolo delle folle danubiane. Pare che strida, che urti col senso morale, il fatto che un uomo ammirato, idolatrato per le sue virtù atletiche ed artistiche, muoia nelle braccia di una donna o, per lo meno, per mano od in compagnia con una donna. Eppure la cosa è cosi umana, che la folla che lo ha tanto amato gli perdonerà anche questo suo modo di allontanarsi dalla vita. E' stata l'ultima sua «finta»... Gli sportivi italiani, che lo hanno a suo tempo ammirato e temuto, i calciatori nostri, che nella conquista del primato mondiale considerarono lo studio per neutralizzare l'opera di «carta velina» come una delle più difficili tappe della loro marcia, si inchinano davanti alla scomparsa dell'uomo in cui più non vedono l'avversario, ma il collega, l'artista, il supremo esponente di una scuola. Lo salutano commossi.


Sat May 31, 2014 11:32 am
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Joined: Sat Nov 23, 2013 4:26 am
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Thu Jul 12, 2018 11:51 pm
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